Timo

Timo: alcune note storiche

Gli Egizi mescolavano il timo agli unguenti per le imbalsamazioni, i Greci ne usavano il nettare per produrre il miele e riconoscevano al timo proprietà benefiche nella cura delle “malattie di petto”, mentre i Romani gli attribuivano proprietà antidolorifiche e antisettiche grazie alle quali conservavano gli alimenti. Proprio loro furono i primi ad introdurre il timo in cucina per profumare vini e bevande e aromatizzare formaggi.

Nel Medioevo il timo si carica di significati simbolici. Per tenere lontani gli incubi, si usava infatti mettere sotto il cuscino un rametto di timo.

Il timo, cespuglio piccolo e folto che cresce spontaneo lungo le coste della Spagna e della Francia meridionale, è una delle erbe officinali più note e diffuse fin dall’antichità dove trovava largo impiego in fitoterapia, la cura del corpo attraverso le piante medicinali, che in cucina, nella preparazione di gustose ricette. Le dame, inoltre, erano solite ricamare sulle insegne dei cavalieri alcune piante di timo come segno di buon auspicio, e donare loro un rametto affinché fossero protetti in battaglia.

Nel Medioevo il timo si carica di significati simbolici. Per tenere lontani gli incubi, si usava infatti mettere sotto il cuscino un rametto di timo.
Pare che persino i montanari scozzesi bevessero infusi di timo selvatico per prevenire incubi notturni e ridurre la paura.

BOTANICA

Il timo, il cui nome scientifico è Thymus vulgaris  L., è un’erba aromatica della famiglia delle Labiatae, originaria delle zone che si affacciano sul Mediterraneo, molto ramificato, legnoso nella parte inferiore, che può arrivare fino ai 40 cm di altezza, con piccole foglie di colore grigio-verde fortemente aromatiche e fiori, biancastri, rosei o lilla.

PROPRIETA’

Le proprietà del timo sono dovute prevalentemente agli oli essenziali quali il timolo, il carvacrolo, il cineolo, il borneolo ed il linaiolo di cui i fiori e le foglie del timo sono ricchi. Tisane e sciroppi a base di timo possono aiutare a tonificare l’organismo, stimolando l’appetito e favorendo la digestione. Inoltre, al timo si attribuiscono anche proprietà balsamiche importanti per liberare le vie respiratorie durante i freddi delle stagioni invernali. Il decotto di timo, se spalmato sulla pelle, è utile per distendere il viso e detergere la pelle in modo naturale. Per attivare il corpo e combattere la stanchezza si può usare sul corpo l’olio essenziale di timo, durante un massaggio oppure in aggiunta all’acqua durante il bagno.

IN CUCINA

Il timo è un’ erba aromatica molto apprezzata in cucina per il suo sapore aromatico e  per le vaste possibilità d’impiego nelle ricette. Ingrediente fondamentale di minestre, sughi e ripieni, è diffuso anche negli arrosti, grigliate, brasati, panature, ricette di pesce, salse, insalate di pomodori e formaggi freschi.

Il timo, inoltre, si abbina alle bevande come il vino, e viene impiegato nella preparazione di liquori.

Infine il timo è una pianta aromatica fondamentale in alcune fra le più note miscele di spezie ed erbe aromatiche come le  erbe di Provenza, molto diffuse nella cucina francese, la zahtar, miscela di spezie giordana nella quale il timo è l’erba aromatica principale, e la dukka egiziana, dove è unito al cumino e al coriandolo.

Il timo non perde il proprio aroma caratteristico con l’essiccazione, anzi, una volta essiccato il suo profumo risulta ancora più intenso.

CURIOSITÀ

La parola timo deriva dal greco Thymòs  e significa coraggio. In passato infatti si pensava che il timo, forse per il suo aroma tanto intenso e vigoroso, potesse infondere coraggio, e per questo i soldati avevano l’abitudine di lavarsi con acqua di timo prima di avventurarsi in un combattimento.

Il timo poi, insieme alla lavanda, al rosmarino e alla salvia, è un ingrediente dell’aceto dei quattro ladroni, panacea universale usata ancora oggi la cui scoperta ha origine lontane.

Secondo un’antica leggenda, durante la pestilenza che colpì Tolosa nel 1630, quattro ladri, non tenendo conto del rischio di contagio, entravano nelle case degli appestati per depredarli delle loro ricchezze. Arrestati, furono condannati all’impiccagione, ma prima di giustiziarli, un giudice intelligente e curioso chiese loro come facessero a non essere contagiati, promettendo loro la grazia se avessero rivelato l’interessante segreto. I ladri a quel punto risposero che due volte al giorno si bagnavano i polsi e le tempie con una miscela a base di erbe aromatiche, tra cui proprio il timo, che da quel giorno prese il nome di aceto dei quattro ladroni.